Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie I Volume XIV (1765)

Volume XIV » Diario » 1765 » Luglio » p. 165

Ogni cosa che scrivo di me è vera, ma non ogni cosa ch'è vera la scrivo, perché non sarebbe giusto, prudente, discreto partito il farlo, e perché il pubblico non si può interessare di certi piccoli oggetti, né giova il rilevarglieli, o il rammentarsegli ancora. Quando si scrive bisogna pensare di parlare al pubblico, perché lo scritto è soggetto a venire sotto gli occhi di tutti. Potevo, e potrei risparmiarmi di farlo, ma in questo caso non m'imputerei mancanza di sincerità, o non mi compiacerei di averne più di molti altri. Alla buon'ora: val qualche cosa il baloccarsi a scrivere, ed a rileggere lo scritto, e trovo di questo, che continovamente mi va crescendo fra mano, molti altri libri più inutili, e più disgustevoli, benché forse più concertati, e per usare questa frase, più libri del mio.

o Giovedì a dì 18 detto.

La stima che ho per d'Alembert ha fatto che mi sia dato del moto per leggere il libretto accennato poco sopra (p. 160). Mi è riuscito averlo, e senza interruzione l'ho trascorso tutto attentamente