Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie I Volume XII (1764)

Volume XII » Diario » 1764 » Dall'8 aprile » p. 16

una parte in questa solennità con lamentarsene pubblicamente col mio mandato, e con ingiuriarmi. Primieramente non è vero che la cosa vada come pensa, perché anzi qual ora avesse fatto nel modo che lo consigliai, non averebbe risentito tanto danno quanto ha risentito. In secondo luogo non è parte né da cristiano, né da cavaliere il render male per bene, n'entrare in furia per ricevere una dimostrazione di fraterna amicizia. È vero che tutto questo non mi ha dato dolore, perché sono assuefatto a' suoi capricci, perché conosco non esser io la causa dei mali che ha sofferti, che soffre, e che soffrirà, e perché so perdonare al suo carattere ogni sua sregolatezza, ma è vero ancora che da ciò sono costretto a non fargli più alcuna parte di convenienza, fin che le cose non mutino. Ma in questo luogo mi protesto che non faccio questo volentieri, che non ho odio col medesimo, che so il mio dovere, e che qual ora fossi certo della sua mutazione mi dimenticherei del passato, e farei a lui tutto quel bene che potrebbe esigere un fratello qualunque, il quale non avesse mai date occasioni ad un altro di lamento. Così m'insegna la mia legge, la mia morale, ed il