Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie I Volume I (1759)

I » Diario » 1759 » Al 28 novembre » p. 164

avvisato il lettore che lo squarcio lasciato dal Montesquieu per l'Enciclopedia è più profondo e meno comune di quello che dice il di Velat. Già si sa che il gusto è un senso fino, e delicato impresso nell'anima, tanto rapido, ed imperioso, che pare indipendente dalle sue operazioni, quantunque necessariamente suppongale, e che è un'abituazione di giudicare dei rapporti diversi della natura delle cose colle accessorie loro qualità relative alle circostanze, ed una continovazione di confronti, la cui catena si è insensibilmente formata col assuefarsi a comparare gli oggetti che gli si sono presentati. Doppo il rinascimento delle lettere n'è venuto il secolo del buon gusto perché i primi che dileguarono le tenebre dell'ignoranza diedero i precetti a coloro che dovevano venir doppo, e che dovevano essere loro giudici, ed insieme il soggetto dei loro giudizi. Ma siccome in tutti gli uomini vi è un germe di gusto, e questo è un dono della natura, ed un effetto del discernimento, così non ha bisogno se non di essere sviluppato dalle conseguenze, e perciò questo sviluppamento, che tende di continovo a farsi maggiore, porta anche ad alterare il gusto già perfezionato, donde avviene che un secolo di gusto è seguitato da un secolo di raffinamento. Si osservino gli scritti che hanno lasciati i grand'ingegni doppo il secolo di Alessandro, doppo quello di Augusto, doppo quello di Leon X e molto più si paragonino