Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie I Volume I (1759)

I » Diario » 1759 » Al 28 novembre » p. 165

i capi d'opera del secolo di Luigi XIV con quelli che illustrano il presente. Supposto tutto questo il giornalista per far vedere come anderebbero le cose, qual ora si prescinda da qualunque instantanea rivoluzione, osserva che pare che il raffinamento debba avere i suoi limiti, perché subito piace per la sua novità, ma poi affatica in seguito le persone sensate che leggono, e stanca lo scrittore nel progetto di formare l'altrui spirito, come il lettore nel formare il proprio. Or essendo questo uno stato violento per l'uno, e per l'altro a cui reclama la natura, ne segue perciò che questo non legge più, e quello più non scrive, che il gusto che ha l'uomo naturalmente per la novità fa trascurare i buoni modelli perché sono antichi, che l'emulazione si estingue, ed in conseguenza che la generazione seguente nasca all'ombra dell'ignoranza, che non sarà dissipata se non da qualche colpo, il quale faccia che gli uomini si avvedano del loro languore. Due mezzi allora presenterannosi, o di ridursi agli antichi, che sembreranno nuovi per essere stati perduti di vista, o di ridursi allo studio della natura medesima. Quest'ultimo partito sarebbe senza dubbio il migliore, ma per disgrazia è il più difficile, e lungo. L'arte nascente con più facilità si modella sull'opere dell'arte, che su quelle della natura, in una basta esser copista, o al più al più imitatore, nell'altra