con gli altri che, o sono di un diverso temperamento, o, come si suol dire, in acque migliori.
Spesso facendo quello che si deve, o che si crede il meglio, non ostante siamo soggetti alle altrui critiche, o maldicenze, o riprensioni. Non si dovrebbero temere, ma o una certa delicatezza, o una certa debolezza fa che alcuni sieno troppo sensibili alle ciarle degli altri o alle cattive prevenzioni che si fanno coloro i quali giudicano senz'ascoltare, senza compatire, e senza cercare d'illuminarsi.
Io comincio a ritrovarmi in tali circostanze, e temo che doppo aver fatto quello che mi è parso di dover fare onestamente, e convenientemente, persona vi sia la quale, invece di essermi un poco grata, si