Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie I Volume V (1761)

Volume V » Diario » 1761 » Luglio » p. 91

tanto quando dalle loro operazioni vedo che la maggior parte degli altri non è meglio di me? Non è già per altro che io mi scusi in questa forma, e che in mezzo alla mia abiezione non faccia trasparire un tratto di amor proprio. Giudico egualmente di me che degli altri, e quando lo spirito è in calma condanno me stesso con quella medesima franchezza con la quale condanno gli altrui vizi. La mia felicità sarebbe se questa piena cognizione mi servisse per diventar migliore, ma siccome di questo non siamo affatto capaci, perciò a tutta possa imploro anche in questo momento l'aiuto del mio Creatore; altrimenti sempre scontento di me viverò col solo desiderio di rompere quelle catene degli umani affetti che mi tengono imprigionato. Sento passare il mio cuore dalla noia alla quiete, dall'ira alla compassione, dal disprezzo dei piaceri al desiderio dei medesimi, dal coraggio all'avvilimento, dall'ambizione alla non curanza, dalla stima degli altri all'amor proprio,