della Repubblica. Ved. t. ... p. ....
"Beati qui lugent; quoniam ipsi consolabuntur", dice San Matteo nel citato capitolo vers. 5. Questo è coerente all'esperienza delle cose ancora di questo mondo, perché in esso si prova una vicendevole successione di dolori, e di allegrezza, che può far giustamente sperare a quelli che si trovano afflitti un qualche sollievo a' loro mali in qualche impensato accidente. Quello che dico è tanto vero che in qualunque stato l'uomo deve sentire una successione di mali, e di beni, in virtù della quale sussiste, e senza di cui mancherebbe, perché il piacere stesso diventerebbe un dolore, che in breve l'ucciderebbe. Quindi è che sono più beati gli afflitti, che devono sperare un sollievo, che i contenti, i quali hanno da temere qualche tempesta che turbi la serenità dei loro cuori. Per questi i sensuali hanno per massima di goder sempre del presente, senza affaticarsi intorno a ciò che ha da succedere.