mettere in ridicolo le mie Memorie di Dante, e con tal supposto gli ho scritta una lettera in celia, diretta a Gelopoli, per divertirmi con un amico che stimo assai, e col quale questa mattina ho passato qualche tempo piacevolissimamente.
o Domenica a dì 14 detto.
Il tempo si è fatto piovoso nuovamente benché freddo.
Ieri, nell'essere dal dottor Lampredi, veddi un codice in foglio contenente un trattato in volgare italiano di architettura diretto a Francesco Sforza duca di Milano d'Antonio Averlino fiorentino, architetto, e scultore che, come si vede dalla dedica, a' tempi di Eugenio IV fece le porte di bronzo di San Pietro di Roma, il duomo di Bergamo, e lo spedale de' Poveri di Cristo in Milano. Di costui non avevo notizia, né mi è stato possibile ritrovarne alcuna fin qui.