della Segreteria di Guerra; m'avendola sollecitata a corrispondergli trovò in lei una savia resistenza. Da ciò si accrebbe nel ministro la passione, e qualunque ne fosse il fine, acciecato da essa, distese un decreto col quale comandava il re che il marito di lei in termine di tre giorni si costituisse nel castello di Pamplona, e nell'atto di firmare i dispacci presentollo al marchese, che senza leggerlo vi appose la sua firma. Spedito il negozio fu mandato al colonnello, il quale restò sorpreso, non sapendo di qual colpa fosse reo. La moglie per altro si avvedde donde partiva il colpo, e cheta in abito dismesso si portò dal marchese, e gli narrò lo stato in cui era il consorte. Il marchese gli rispose che non sapeva veruna cosa di tal ordine, ed ella arditamente gli soggiunse che il decreto aveva la sua firma. Volle esso vederlo e, riconosciutolo,