in detta vita, e specialmente poi si danno in luce alcune notizie dell'Accademia del Cimento, e de' soggetti che la composero, cioè di Paolo, e Candido del Buono fiorentini, di Alessandro Marsili senese, di Vincenzio Viviani, di Francesco Redi, del conte Magalotti, del dottor Antonio Uliva calabrese, del Borelli suddetto e del conte Carlo Renaldini di Ancona. Il Granduca Ferdinando II amava sopra ogni cosa la filosofia, onde nel 1651 instituì un'accademia per fare diversi esperimenti. Sei anni doppo cioè nel 1657
il cardinale Leopoldo dette principio a quella del Cimento, che fu la prima senza fallo (Ved. in questo libro la p. 99 e 100) tra tutte le accademie sperimentali di Europa. Pochi anni ebbe di vita poiché dagli atti, o diario della medesima, trovato fra' fogli del cavalier Giuseppe Segni, si vede che cessò il dì 5 maggio 1667. Sommo onore fa a Firenze quest'accademia, e se fosse occupazione da sovrani l'attendere come i privati a questo studio, Ferdinando II ritrarrebbe gran lode per avere inventati alcuni strumenti per la medesima. Questo principe amava la chimica, e se gustò cognizioni più solide, ne fu debitore al Viviani suddetto. In questo libro vi sono anche molte notizie di Niccolò Aggiunti dal Borgo a San Sepolcro discepolo del Galileo, e lettore in Pisa, il quale fra le altre cose fu il primo osservatore del salire che fa l'acqua ne' tubi capillari, invenzione che poi si sono attribuiti i franzesi. Il Nelli ha ripieno queste lettere di belle cose che non si sapevano, ma poteva esser