Firenze, come si legge in una pubblica provisione del dì 26 maggio 1348. Il Cocchi progetta di allivellare tutt'i beni per render più semplice quest'amministrazione, ed io pure sarei di questo sentimento, perché con i laudemi che potrebbero pigliarsi a proporzione del bisogno si estinguerebbero i debiti che ha lo spedale.
La facoltà di alienare fu data ancora al medesimo da vari Pontefici, massime da Niccolò V nel 1455 e da Sisto IV nel 1472. Nel detto anno 1742 aveva lo spedale 339 poderi distribuiti in diciotto fattorie, e in altre terre spezzate; sopra 120 case parte in città, parte in campagna, 28 mulini, e molte botteghe. Da questi effetti risultava un'entrata di circa trentunomila scudi l'anno detratte le spese all'uso dei fattori. Da' luoghi di monte, censi ecc. poi ritrae altri scudi 2.000 o poco meno, e vi sono altri capi di entrata, come i vitalizi, le limosine, il ritratto di mobili usati, panni de' morti ecc., che in tutto formano da trentaseimila in trentasettemila scudi annui. L'uscita poi era più di 45.000 scudi annui per quanto dice il Cocchi, il quale fa vedere che lo spedale averebbe dovuto accrescere il frutto de' vitalizi per profittare come si fa in altri paesi di questo contratto, sopra di che io pure