Val più la mia vita che cento regni, e se debbo sacrificarla per alcuno, solamente conviene che io l'esponga per la salute de' miei concittadini, non per chi non mi conosce e non mi cura, e non moverebbe un fil di ragno per rendermi felice. Nel tempo che tanti nelle presenti guerre soffrono, o nel campo, o nelle proprie case, le più orride calamità, in Vienna si preparano le feste per le nozze dell'arciduca Giuseppe, con l'Infanta di Parma Isabella Maria, e forse nel momento del maggior brio, delle più giulive contentezze migliaia di sudditi languiranno vittime della spada o della povertà. Ma con tutto questo non incolpo di tanti mali i sovrani. Vi è chi gli suggerisce, chi gli consiglia, chi gli eseguisce almeno, almeno indirettamente.
Ieri sera andò in scena in via del Cocomero il Bellerofonte dramma del signor Lanfranchi già nominato a p. 94. Mi vien detto che il libro non sia buono.
Ho letto un libretto di 29 pagine in 8°, che nelle presenti circostanze fa rumore.
È intitolato