ed agitati, spensierati, e contenti. Sono essi più animali, che uomini, perché privi delle più belle risorte, e nel tempo istesso che disperano per un poco, già fanno tendere lontano le speranze nuove, e così mantengono la vita nel dolcissimo sentimento d'un'aspettativa, anche chimerica. Essi son dunque i più disgraziati, perché dominati oltremodo dalla fantasia, ma fantasia confusa, tetra, mesta fino ne' sogni istessi, ond'io non sapendo a che potessero mai riuscire, ed essendo più certa cosa essere essi i più perniziosi all'umana società, piango quella repubblica o che letteraria, o che civile essa sia, la quale si confidasse nelle mani loro. Potranno qualche poco lor giovare aere elastico, luoghi ameni, vaste pianure, cibi, o bevande spiritose, blande purgazioni, conversazioni d'uomini vivaci, e lepidi, feste, e pompe, musica, lezione di comici, e libri in oltre metodici ragionati, e chiari".