spesso gli effetti di questa passione che soffoga ogni azione generosa, e magnanima. Di tutto io temo, e per piccole cose mi s'impallidisce il volto, mi tremano le membra, e divengo incapace di operare.
Benché abbia fatto ogni sforzo per vincere in alcune occasioni me stesso, e per scacciare dal cuore questa viltà, pure o non mi è riuscito l'intento, o ho dovuto soffrire moltissimo per superare i moti della macchina. Ah ch'è sincero il ritratto che fa del timore il padre Brumoy nel suo Poema delle passioni. È per altro in me cosa particolare che poco, o nulla risenta di timore quando tuona il cielo, se io sono in compagnia di alcuno.La tristezza non è che un affetto del timore, essendo un'oppressione che prova l'anima allor quando ha perduto, ovvero teme di perdere un ben che possiede. Pochi sono i giorni che passo senza che da essa mi vengano, or più, or meno amareggiati i più semplici piaceri, e non perda quella quiete che forma l'unica nostra mondana felicità. Nelle mie Riflessioni morali ho generalmente fatto vedere che sono più i dolori che i piaceri della vita, ma siccome io temei che veramente questa proposizione fosse erronea, e che le ragioni del signor di Maupertuis