svago in certe ore del giorno, le più noiose. Per il disegno poi ho certamente dell'inclinazione, ed il buono mi diletta l'occhio, o sia una pittura, o una statua, o un pezzo di architettura. Ma or mai non sono più in tempo di riparare ai diffetti dell'educazione, la quale per mia disgrazia fu molto trasandata e per scarsezza di assegnamenti, e per cagione delle disavventure sofferte nella mia tenera età. Ringrazio almeno il cielo che il mio maestro, che mi conduceva fuori, e che per un tempo convisse meco, fosse un uomo di un'illibata onestà, quantunque di corto talento. Egli è ancor vivo,
e si chiama il prete Giuseppe Caselli. Se da lui non potei apprendere gli ornamenti propri di un nobile, almeno furono sempre ottime le massime che sopra la religione, e sopra la morale m'inspirò, onde per questo gli sarò, fin che vivo, gratissimo.Questo è tutto quello che posso dire de' miei studi e da ciò apparisce che sono un uomo assai mediocremente versato nelle scienze; che la mia professione non è come si voleva la legge, perché da essa mi sono distratto, non essendo punto portato alle sottigliezze del foro; e che il