Dunque siamo rei d'ingiustizie? No, quando decidiamo sulla nostra interna, e disappassionata persuasione. Il mio metodo è di pensare, e di quietare la mia coscienza quando ho da risolvere qualche affare, e di poi di non rammentarmi più del medesimo per non avere scrupoli. Quando mi sento lieto, e mi pare di esser sicuro del mio giudizio al tribunale della mia coscienza, quando sono certo di non seguitare i dettami di alcun riguardo diretto e secondario, mi persuado di aver fatta la giustizia, cioè di aver pronunciato secondo ciò che mi è comparso giusto. Che altro può fare l'uomo? Mi si insegni che lo farò. Non di meno non mi curerei punto di aver mai da influire nel bene, o nel male dei miei simili, e non mi credo aver capitali da sapergli giudicare, come alcuni che vedo lo presumono.