sociale si curi punto la mia persona in questa fatale circostanza. Non ho da lodarmi di lui, non ho acquistato abito alcuno a vivere con esso, essendo degli anni che non ci siamo parlati, e morendo si miglioreranno le mie circostanze, benché sia per rimanere involto fra gl'imbarazzi: non di meno il sangue fraterno fa il suo giuoco, e mi sento internamente afflitto ad onta de' miei lumi, e della mia filosofia. Che mostruosità che mora un fratello quasi sotto i propri occhi; che non si cerchi l'altro; che si permetta che per via della gazzetta gliene venga la notizia; che si disprezzino i legami di natura; che...! Ah! mondo. Queste riflessioni mi spremono le lagrime. Sarà debolezza, ma una debolezza di cui non mi ho da pentire, e per questo grido per vedere se so