lo fosse egualmente. Del rimanente il quadro è ben lavorato con un impasto lucido, vivo, allegro, e forse un poco magico.
Quindi non rassomiglia a simili opere dei più gran maestri. Pare che veramente vi si sia voluto conservare l'incognito che questi due personaggi mantennero in Roma, mentre sono vestiti con l'uniforme, senza segni di sovranità, e senza invenzione grandiosa, ed entusiastica. Sono fino sotto il ginocchio le figure, vi è in lontananza la veduta di Roma; l'Imperatore è presso una tavola di marmo in cui è la carta di Roma, e dei tomi dello Spirito delle leggi. Con una mano tocca una statua di Roma, e con la destra prende quella del fratello. Tutto è finito allo scrupolo, ma fra questo quadro, ed i grandi ritratti vi ritrovo la diversità ch'è fra Omero, ed il cavalier Marino, fra