la satira, ma una satira vaga, nulla vi è in questo libro che invogli una persona ragionevole a leggerlo. In un secolo in cui tante opere escono in luce, il perdersi dietro alle opere cattive è una sciocchezza che nasce da o prevenzione, o da poco criterio. Troppo vi è da leggere fra gli antichi, e fra i moderni senza perdere il tempo in quello che non merita una riflessione, o che non insegna ad una mente che non sia volgare. Non ostante questo libro farà molto male a Roma, ed ai preti, perché da molti sarà stimato assaissimo, come in fatti lo è. Questo mio disprezzo non significa bigotteria, significa che non so attaccarmi a tutto quello che si scrive, e che non so giudicare sul detto degli altri.