ø A dì 17 detto martedì.
Ho molti momenti nei quali mi addiro meco stesso, e nei quali avendo a dispetto i miei difetti, i miei vizi, le mie stranezze, i miei capricci ecc. mi contorco, ruggisco, entro in collera, condannandomi, facendo dei proponimenti, e pentendomi di me medesimo, e delle mie azioni. Eppure all'esterno non sono delle peggiori creature, delle più detestabili. Questo vuol dire che il pubblico s'inganna e che quantunque non sia vero tutto quello che crede di male degli altri, non è vero egualmente che sia tutto bene quello che per tale apparisce. Ecco la mia condanna? Ah! Ah!...
Tempo competentemente chiaro, ma dolco.
ø A dì 18 detto martedì.
Benché abbia avuto molto da fare, non ostante mi è stato permesso di pranzare in casa del senator Guadagni con amici, e di tal compagnia