Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie I Volume XVIII (1767)

Volume XVIII » Diario » 1767 » Febbraio » p. 39

Ma è ben vero ch'è quasi egualmente difficile il comporre un'opera degna di esser tradotta, che il tradurla, e perciò non abbiamo ancora una perfetta traduzione di Omero in toscano, né i francesi è facile che sieno per averla di Dante, o del Tasso. Il compor sempre de' libri nuovi è una presunzione che nasce da ignoranza, perché tanto è difficile di trarre a luce nuove cose, e nuovi pensieri, com'è difficile il saper quello ch'è stato già detto, ed immaginato. Se si eccettua l'istoria, e le scienze fisiche, le quali dependono da' nuovi scoprimenti, poco vi è che non sia stato trattato. Per me stimo che se il commendatore Annibal Caro invece di tradurre l'Eneide avesse dato esecuzione al pensiero che aveva di far di pianta un poema (Ved. la sua Vita) il di lui nome sarebbe stato meno celebre, e meno di reputazione averebbe