Ma ripetiamo a proposito di questo moderno gusto quello che leggiadramente dice l'abate Parrini nel mentovato suo poemetto p. 32 per bocca d'uno dei convitati originali del suo pranzo alla moda:
"...e chi giammai / Fuor che il genio di Francia osato avrebbe / Su i menomi lavori i grechi ornati / Recar felicemente? Andò romito / Il Buongusto finora spaziando / Su le auguste cornici, e su gli eccelsi / Timpani delle moli al nume sacre, / E agli uomini scettrati; oggi ne scende / Vago al fin di condurre i gravi fregi / Infra le man di cavalieri, e dame: / Torto forse il vedrem trascinar anco / Su molli velli, e nuziali doni / Le greche travi; e docile trastullo / Fren della moda le colonne, e gli archi / Ove sedeano i secoli canuti".
Dovrei essere disegnatore per rappresentare questo universal tuono di usanza greca, ma serva il dire che in digrosso conserva la