ch'era Atene alla Grecia ne' tempi di Tucidide, e di Xenofonte. A questo non deve pregiudicare quello che dice p. 217, che il carattere cioè dei fiorentini sembra essere un'amalgama di quello di Machiavello, e del Boccaccio, perché non ostante un tal nostro carattere, secondo quello che i forestieri possono pensare, possiamo aver saputo fare delle cose grandi, e possiamo esser perciò tanto orgogliosi quanto ci canonizza p. 222. In tali libri non possiamo trovare l'esattezza, ma solamente qual giudizio abbiano fatto tali, e tali viaggiatori di una tal città, di una tal nazione ecc., quindi è che io mi fido poco ai medesimi, e poco soglio leggergli.
Se avessi tempo vorrei distendere una memoria in forma di lettera per correggere tutto quello che dice sopra di noi questo autore, acciocché i forestieri che qua venissero non restassero ingannati dagli errori, ne' quali è caduto, nella maniera che succintamente fece il nostro signor Lami nelle Novelle Letterarie di Firenze per l'anno 17... col. ... e seg. per rispetto al t. ... dei noti Viaggi del Salmon, e vorrei rilevare ancora alcune cose che doveva