che cosa si medita quando si sta nella società per scordarsi di noi medesimi, e quando si attende agli affari?
ø Venerdì a dì 26 detto.
Tempo piovoso, e turbato.
Per niuna parte trovo materia con cui riempire questa carta, non lo volendo fare con delle ciance, e non potendo cercarne il soggetto a motivo delle mie occupazioni, ed anche dell'inazione in cui sono a motivo della mia interna scontentezza. Molti si meravigliano che anche in questo secolo rischiarato trovi recapito la stravagante filosofia di alcuni che si compiacciono di affliggere, e di umiliar l'uomo, di rendergli penoso, e tristo il sentimento della propria esistenza, e di presentargli questa esistenza o come una disgrazia, o almeno come un peso difficile a portarsi. Io non ho rigorosamente queste massime, ma chi non è della setta di di questi filosofi bisogna che abbia un bel temperamento, e che moralmente e fisicamente sia più felice di quello che comparisce un gran numero di uomini. In certi momenti si può