falcone, e doppo averne preso alcuno vivo gli è strappato il suddetto pennacchio dal capo, e lasciato poi in libertà, perché di bel nuovo gli rinasca. Per altro prima di far questo sono soliti i cacciatori di porgli alla coscia un anello d'oro con l'impronta imperiale, o con altro segno scolpito. In Roma da circa 27 anni sono (Ved. l'Indirizzo per la lettura greca dalle sue oscurità rischiarata di Gennaro Sisti scrittore della Vaticana, stampato in Napoli nel 1758 in 4° p. 205 in nota) ed in Napoli da intorno 22 uno ne fu ammazzato, il quale aveva l'arme suddetta. Nella settimana santa poi del 1756 in Castel Vulturno fra sette che ne furono uccisi eravene uno di color nero, che alla coscia aveva una laminetta ravvolta quasi incarnita nella quale stavano queste lettere: "C. W. F. M. Z. B. Q. num. 48 A. 1754". Non è molti anni fu preso altro simile animale a Moncloir d'Agenois nella Guienna