Eustachio, a cui siamo debitori delle celebri tavole tanto acclamate, e per fortuna rinvenute in Urbino da Clemente XI e pubblicate in Roma dal celebre Lancisi nel 1714, e che in questo genere di cose alla metà del XVI secolo andò tanto innanzi dall'essere l'ammirazione dei periti, il Galileo dell'anotomia, o il Cartesio, o il Newton, è in questo secolo venuto l'Albino tutta via vivente ad insegnare, ed a proporre nuove scoperte. Sanno che non ostante resta a trovare cose nuove, e di poi a fissare, e dimostrare la fabbrica di tutti gli animali. Sanno finalmente che questo studio non è il solo necessario per curare le infermità. Se adunque la medicina dopo le immense fatiche di luminosissimi ingegni, e sublimi non è ancora arrivata a dove può arrivare, prendasi ogni altra scienza, o qualunque altro genere di cognizioni, e si vedrà che lo studio intorno a ciascuna è interminabile, e superiore a qualunque umana capacità, sicché possiamo lusingarci