per la loro ambizione, in cui si mostra quanto torto hanno di disprezzare le altre nazioni, ed il poco merito della loro lingua, dei loro autori in paragone degli altri. Vi sono varie cose concernenti il teatro inglese in paragone del francese. Vi è una specie di dialogo curioso sopra l'irragionevolezza di trattare i commedianti, come si trattano in Francia. Vi è una bella lettera sopra l'agricoltura in cui Voltaire fa come un'apologia della sua vita presente, ed altre poesie, e prose di minor conto. Fra le prime va contato un canto staccato dalla Pucelle d'Orléans in cui si sferzano varie persone viventi. Vi è in fine la Vita di Molière con alcuni sommari delle sue opere. A tirar fuori tutto quello che vi è di galante in questo libro, bisognerebbe fare un estratto lungo, il quale non darebbe il gusto che dà il libro medesimo. In verità bisogna confessare che Voltaire è uno scrittore singolarissimo, che prescindendo da una certa libertà impropria, bisogna dire che pochi, o forse niuno scrive col brio, e con la facilità che scrive esso.