la quale ci fa apparire alla maggior parte degli esteri assai meno di quello che siamo. Così è appunto: gli oltramontani sono per lo più assai male informati dei nostri parti letterari, e specialmente i francesi o per non curanza, o per negligenza dei loro corrispondenti mal sanno quante pregievoli opere escono ogni anno in luce. Che se i medesimi sapessero ancora "che dell'Italia", siccome si dice nell'Introduzione al t. I del Giornale dei Letterati d'Italia che si cominciò a Venezia nel 1710, "non è da formarsi giudizio intero dalle sole stampe, e dagli scrittori, poiché troppo più v'è di sapere, e d'ingegno, che alle volte in quelle non ispicca, e da questi non apparisce", doverebbero renderci giustizia più di quello che la maggior parte di loro ci rende. È vero che, come si seguita a dire in detta Introduzione, "molto più di rado primieramente che in altre parti si pongono qui in opera i torchi,