e mi accosto ad una stagione che sarà ricolma di mali più reali. Faccio nel mio capo dei progetti, ma la mia debolezza, la mia prudenza, il mio timore me gli fa svanire appena ideati, e così ricado nel mio cordoglio, nella mia passione. Le riflessioni disacerbano il mio male, e considerando il mio carattere, le mie massime, gli abiti presi, l'altrui malizia, o piuttosto capriccio irragionevole, ed ignoranza, mi vedo sempre sull'orlo di un baratro penoso, senz'appoggio, senza sostegno, senza conforto in balia del destino, o per dir meglio della Provvidenza. Infelice me!
ø Giovedì a dì 11 detto.
Nel t. II per il mese di maggio del Giornale di Bouillon p. 121 e seg. si schiariscono i versi di cui ho parlato sopra p. 15 e 53. Furono fatti nel 1755 da monsieur Dalmas, Commissario Ordinatore delle Guerre in Lorena, e Antico Cavaliere di San Luigi. Il duca di Parma aveva ottenuto per institutore dei suoi figli da' Gesuiti di Sciampagna