che col mutare muterei solo gli accidenti, non la sostanza del mio male, sopporto alla meglio, e mi faccio una ragione per esser costante, e per aspettare che il tempo serva d'instrumento alla Provvidenza per farmi star meglio, se così le piace. Non ho termini, o colori per dipingere il mio interno, ma sbozzo con queste righe un modello del mio stato, e spiego i miei sentimenti per mostrare in qual situazione mi trovo.
Tempo turbato.
o Giovedì a dì 24 detto.
Se ripeto qualche volta i medesimi sentimenti non è un gran male, perché così vedo l'impressione che fanno certe cose sopra di me, e la varietà, o uniformità del mio immaginare.
Questa mattina è venuto da me un tal Giovanni Nepomuceno Gtebocki arcidiacono di Lenczycze, città della Pollonia capitale del Palatinato dello stesso nome, con una lettera del signor Francesco Gherardini mio cugino per trattare, ed informarsi degl'interessi del medesimo e per risquotere qualche