una satira così amara della corte di Giustiniano, a me viene nel pensiero, che Procopio abbia con qualche nascosto odio affilata la sua penna, ma poi in sostanza, non posso figurarmi, che ci abbia esso ingannati a segno di trasfigurare affatto l'impero, il quale altri storici ci lasciano travedere debole, avaro, crudele, venduto ai capricci di un moglie vile, e malvagia, quando perse il vigore di gioventù. In somma questo squarcio, dica quello che vuole Marmontel per difendere Belisario, non può perdere affatto la fiducia di un critico lettore, senza portare nella storia il più crasso pirronismo.
Tempo bello.