Vi è già una inimicizia perfetta fra la gioventù, e la vecchiaia; la debolezza ch'è propria di questa, getta in braccio sempre a qualcuno l'uomo, e conosciuto il suo stato è da chiunque più o meno tenuto in catene o di ferro, o di rose, ma in catene. Alcuni ancora molto spesso sono nemici dei suoi giorni, né vi è scampo
Glossa margine sinistro
Che a torto si disprezzino i vecchi, ed i giovani lo mostra l'abate Luigi Campi nella quinta sua lettera impressa fra le sue Lettere piacevoli a Ferrara nel 1796 in 8°.
. Il più contento, non il più fortunato, è quello che sa stare perfettamente solo, servendo a se stesso con totale indipendenza dall'opera altrui. Ma quanti sono costoro?
Ecco una quarta circumbilivagazione, in verità molto seria, e patetica, la quale mi è uscita dalla penna per impeto di riflessione
Cartiglio
IV. La disciplina dei primitivi cristiani era rigida
supralinear
austera
molto, e tale quale sarebbe convenuta a dei claustrali.
Lo dimostrano le penitenze canoniche prescritte con rigidezza nei primi concili le quali di mano in mano furono mitigate fino in quello di Ancira del 314 e molto più nei posteriori.
Ma la legge di grazia era per tutti, e le faccende mondane, le circostanze degli uomini ancor virtuosi, gli accidenti della vita umana sembrano incompatibili con la generalità
Glossa
dei consigli
di questa legge nei termini prescritti.
Altrimenti cresce a dismisura la massa dei reprobi colpevoli, ed innocenti nel senso comune.
Che concludere? Che pensare? Che sperare?
È un oscuro abisso l'economia della disobbedienza dei nostri primi Padri; è un abisso l'economia del governo theocratico degli Ebrei; è un abisso l'economia della Redenzione.
Da un lato la nostra salvezza è dubbia, incerta, difficile, dall'altro la bontà, la misericordia di Dio, la nostra cecità è sicura, patente, incontrovertibile.
Da un lato è certo che tutti gli uomini non possono incamminarsi per la via della perfezione immergendosi nella solitudine, nella contemplazione, nell'astinenza da tutte le cose mondane; e che vi devono essere i governatori, gli agenti delle società, i magistrati, gli esecutori, i coltivatori, gli artisti, i commercianti, i soldati, gli esattori dei pesi pubblici, i ministri del primo, e del secondo ordine, i ricchi, i poveri, i padroni, i servi, con una lunga serie intermedia d'industriosi, di oziosi, di studiosi, d'ignoranti ecc. ecc. ecc.
Tutti costoro hanno diritto alla loro salvezza, ma la strada angusta additata loro non posson battere se non con il cuor puro, sincero, verace, innocente, scevro dai vizi, e dalla comune depravazione.
Che dunque?
Abisso ancor questo maggiore di tutti gli altri, nel quale si perde il filosofo, il teologo, il savio, l'imbecille, ed al quale non pensa troppo il mitrato, il mondano, colui che segue il proprio interesse assai più del proprio dovere, o in soglio, o nell'arena, fra i grandi, o fra i pusilli. Eppure ...