Una circostanza mi ha inspirate le annesse riflessioni sopra la tenerezza, affetto dell'animo proprio, in special modo del sesso più debole, che onora, e martirizza il suo cuore.
Cartiglio
Riflessioni sopra la tenerezza. La tenerezza ancora ha i suoi deliri. O sia un effetto di sensibilità, o sia un effetto di egoismo, questo sentimento oltrepassa i limiti della ragione quando nuoce a chi lo soffre, o a colui sopra il quale ricade. Egli fa godere costui quanto ancor esso è atto a risentire il riflesso degli altrui affetti, ma se il medesimo è interessato per l'altrui bene porta gran parte del peso dell'altrui elasticità con rincrescimento. La tenerezza è conseguenza fisica della tessitura dei nervi, e l'urto che questi risentono è proporzionale alla somma di molti elementi morali, che mal si calcolano, e che si disprezzano da coloro, i quali non sono suscettibili di simili impulsi. La tenerezza non è intesa da coloro che accoppiano a un temperamento selvaggio una macchina robusta: da coloro che padroneggiati dalle passioni appellate grandi, non possono gustare le delicate. Nell'amor platonico, ma non nel profano, signoreggia la tenerezza, e Beatrice, e Laura potevano muovere [...]
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in
Dante e nel Petrarca dei sensi elevati, e dolci, ma non Saffo, e Frine negli amanti terreni ch'esse trovarono. Un madre, una sposa sanno vaneggiare, ma non un libertino, e un servente anche appassionato. Una figlia, ed un figlio più esser grato fino alla follia, ma di rado un schiavo, ed un beneficato: tanto è equivoco l'effetto dei favori sparsi sopra costoro, non naturali. La tenerezza nasce da un colpo ricevuto all'anima da ben piccola causa, ancora da espansione di spiriti portati alla fantasia, che si figuri dei mali possibili, da una pienezza di affetti dilatati oltre l'usato, da un concepimento di gratitudine, di attaccamento, di giusto dovere. La tenerezza non offende la salute, ma può gettare in dei dolci
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forti
deliqui, e può riempiere il cuore di delizie esaltandolo con idee piacevoli, egualmente che dolorose. Vi è una corrispondenza nascosta, e magica fra anima, ed anima che non è magnietismo, ma simile al magnetismo, che non è forza fisica, ma simile alla forza fisica, che non è armonia, ma simile all'armonia. Informino le Maddalene, le Terese, e tante anime predilette, che si strussero per amor di Dio, un
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Francesco, un
Filippo Neri [...] ecc. ecc. In questi petti la tenerezza pura, innocente faceva inalzare alle sensazioni, che i profani [...] non possono concepire, né valutare, che nelle cose terrene vi mascherano volentieri dai malvagi, che se alle celestiali non si uguagliano, non meritano perciò disprezzo, o derisione. La tenerezza è un pregio piuttosto del bel sesso, che del nostro, ma ovunque regno merita lode, ammirazione, rispetto. Non ne convengano quei cuori pelosi, duri, marmorei dei quali mai fu sentita: io non parlo con loro, di loro non mi cale, per loro non scrivo. Scrivo per me, che ieri [...]
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provai
un eccesso di questa sensazione con assai di piacere, a favor mio.
Se mai i francesi si avvezzassero ad adorar la Ragione, queste ente ideale diventerà certo un idolo, come la fortuna, il buono evento, Giove, Minerva ecc., ma per perder l'origine di questo culto ci vorranno duemila anni ora, che la stampa conserva esattamente la memoria delle cose umane.
Glossa margine sinistro
"Il se donne (l'uomo) beau jeu, et trouve raison apparent pour tout" ecc. ecc. Charron De la sagesse lib. I cap. 14 § 10 p. m. 95. Non cito
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che
un teologo, e Cicerone ha un bel dire con le lodi, che gli dà nelle Tusculane, e altrove.
Io sono ben convinto, che tutta l'idolatria abbia dei principi erronei, ma ragionevoli nelle circostanze, la notizia dei quali si sia per sempre perduta. Ma ora il mondo è sopra un altro piede, e con i medesimi errori difficilmente può celare gli avvenimenti.