di attuario dell'Arcivescovado. Era un poeta faceto sul gusto del suo secolo, e di lui vanno in luce molti versi un poco bassi, che hanno avuto spaccio grande per fuori. Le sue commedie erano troppo monotone, e plateari. Valeva non meno di lui un
Ghivizzani improvvisatore vivace, che poco si conosce, e ch'era addetto alla Dogana. Tutti facevano il balocco dell'ultima corte medicea montata con fasto sopra il tuono cittadinesco. Gli uomini di questa specie, di cui già abbondava Firenze, ora non farebbero fortuna, almeno nel ceto nobile anglo-gallo, e nel tempo stesso orgogliosamente insipido, e spogliato di energia.