che nella solitudine, saremmo tutti feroci, e brutali, che i nostri diritti sono quelli del più robusto, i nostri doveri ciò che promove il nostro interesse, con mille altre empiezze simili, che affatto ci disonorano. Ma da chi, e come si promosse in principio quella facoltà pensatrice, la quale ha partorite tante maraviglie nel corpo di Omero, di Tullio, di Bacone, di Newton?
Io sono lontano da voler misurarmi con questi stolti, che compatisco, e detesto, i quali nella tanta depressione di loro stessi conservano la superbia più nauseosa. Se si credono bestie meritano di esserlo, io mi credo un