Mettete a lato a un parigino, un capraiese, ad un ciambellano, ad un pastore e ditemi se costoro sono il medesimo uomo, se pensano nello stesso modo, se hanno la stessa abilità. Tacito scriveva in una capitale popolata, ed osservava l'uomo, che l'abitava, senza pensare se altrove fosse simile, scriveva in un secolo in cui la corruzione era arrivata al colmo, né rifletteva se in altri tempi più costumati egli poteva essere più naturale, più disinteressato, meno malizioso, astuto, fine, aveva in petto quei medesimi germi, i quali supponeva che sfiorissero in tutti i suoi simili, perché dei suoi simili non conosceva, che una specie.
Tempo fresco, umido, e vario.