ø A dì 16 detto lunedì.
Seguendo ad accennare le suddette cicalate che ho lette
la settima ch'è del priore Orazio Rucellai detto l'Imperfetto tratta della lingua ionodattica di cui può anche vedersi il canonico Biscioni nelle note al Malmantile. Era questo uno scherzo dei nostri buoni vecchi, i quali nominavano le cose, e barattavano le parole prendendo in scambio delle proprie altre che cominciassero per la medesima sillaba, come "canovaccio" in vece di "canonico", "pena" per "pentola che bolle", "corbello" per "coro", "predelli" per "predica", "cittadini" per "cimici", "paradiso" per "palazzo", "astuto" per "asino", "lungo Arno", "lungo Aristotile", "madre" "materassa" ecc. Il più delle volte riescivano cose fredde, ma il prior Rucellai quantunque uomo serio, come può vedersi nei Fasti dell'Accademia Fiorentina, valeva in ciò, ed assai gustava questo compagnevol modo di sollazzarsi, di cui egli dice, che ne fu inventore un moderno Crisippo