fatta, o cominciata a mio tempo in varie lingue. Quale sia la migliore non so deciderlo, giacché per mia colpa non intendo il greco, ma mi pare strano, che tanto si moltiplichino questa traduzioni, e che ciascuno voglia far credere di essersi meglio comportato del suo antecessore. Io crederò bene, che non si possa arrivare mai a gustar le bellezze originali senza intendere l'autore nella sua lingua, ma perché, dunque tanto ritradurlo? Per proprio studio. E noi dobbiamo spendere nel ricomprare lo stesso libro molte volte a profitto altrui? La fatica di Cesarotti certo ne risparmierebbe assai se fosse finita. Ma può ragionevolmente sperarsi che si veda terminata?
Io non ardisco farlo.Tempo dolco, nella mattina sereno, poi turbato.