ø A dì 22 detto sabato.
Tempo sereno, ed è tornato il caldo.
Sono dei mesi, che mi trovo svogliato, ed inabile ad uno studio continovato, serio, e di qualche conseguenza. Come le api salto di fiore in fiore senza fermarmi, e non trovo cosa né allegra, né seria, che mi fissi. O è un effetto dell'età, o una passeggiera malattia di spirito. Verrà il verno, e sarò forse anche più inabile ad applicare. Ma che importa tutto questo? Non ho l'ambizione d'insegnare, di migliorare i miei simili, di dar loro delle nuove scoperte. Non stimo un'aura vana di gloria per il mio nome, e so quanto poco vaglia oggimai il titolo di letterato. Questo non mi deve dare il pane, né la reputazione; questo non vale a caratterizzare i veri pregi morali del cuore. Questo nella mia patria...