o A dì 17 detto giovedì.
Ieri recitai all'Accademia dei Georgofili la Prosa in difesa dei contadini, che dissi tempo fa aver fatta per oppormi a ciò che lesse nella medesima il cavalier Menabuoi già Menabovi contro di essi,
e ciò fu, benché non fosse il mio giorno, perché l'Accademia non comparisse troppo spogliata nell'occasione che vi interveniva il conte di Durfort ministro di Francia. Questa prosa la serbo nell'ottava Filza giornaliera al num. IV e per quanto sia in se stessa poca cosa, non ostante era a proposito, e può servire a rintuzzare la sciocca durezza di tanti ch'esclamano contro il benestare dei coltivatori delle terre dalle moderne leggi resi più comodi, e agiati, e dagli abitatori delle città accusati di superfluo lusso, cosa che non è, e quando fosse non sarebbe un male se non ridondasse a danno dell'agricoltura, come finora non vedo che sia. Quando ho stesa questa prosa