regolari, e delle monache nel copiare codici dell'ambizione che molti avevano di lasciarne per testamento, e di donarne in vita agli ecclesiastici, e ai monasteri. Ma le guerre, la Riforma spense, dissipò, oppresse, guastò tutto. Vero è per altro che nelle antiche librerie di Svezia non si trova che vi fossero riposti libri di gran rilievo, e di grande importanza, e lo stesso può dirsi delle librerie degli altri paesi. L'ignoranza, la barbarie aveva seppellito il gusto, il talento, la critica, sicché tutto il sapere si riduceva a poco, e si scriveva delle cose ecclesiastiche, di gius ecc. con una rozzezza compassionevole. Il titolo di molti libri notati in questo opuscolo lo giustifica assai, e se in ogni paese, anche dei più culti, se ne facessero dei simili si averebbe la prova della stessa verità con l'apparato di altre notizie del medesimo calibro, già date in parte dal Mabillon, dal Montfaucon, dal Duchesne, dal Muratori, e da molti altri. In questo libretto poi si trovano