in Firenze. Aveva fatta scuola di umanità, poi aveva spiegata la Sacra Scrittura in San Giovannino con un concorso straordinario. Fu perseguitato da' suoi, e dovette partire, ma fu poi richiamato dal conte di Richecourt che lo amava, e fu fatto teologo di Sua Maestà Imperiale. Comparse in stampa le sue lezioni scritturali furono trovate poca cosa, cioè troppo erudite, e poco precise.
Era bell'uomo, imperioso, facile, atto a piacere alle dame, fra le quali troppo si mescolava. Volle confutare Voltaire, e non vi riuscì, credette di scriver con spirito, e fu affettato. Doppo la soppressione della Società visse placidamente in una vecchiaia felice fra pochi amici del rango nobile. In un tempo mescolato fra i grandi aveva saputo imporre, e finger protezione. Sempre era parso poco gesuita nelle maniere esteriori, e non gli aveva fatto merito fra i savi l'interesse che prendeva nelle piccolezze, nei pranzi, e nelle villeggiature della plebe gallonata.