Efemeridi Giuseppe Pelli Bencivenni

Serie II Volume XI (1783)

Volume Undicesimo » Diario » P 11 » [Dal 27 giugno] » p. 2030

I nostri architetti sono meschini nelle loro idee, e mancano di genio accanto a quelli che lavorarono in Roma. Le vestigia di un loro tempio, di un loro acquedotto incantano più di ogni nostro edifizio, a riserva di qualche cattedrale celebre nata nei tempi barbari, nei quali non era ancor spento ogni seme di grandezza nei nostri antenati. Io non ho vista Roma, ma la concepisco più grande di quello che me la descriva Giusto Lipsio, e le stampe delle sue antichità mi paiono paesini a confronto delle annose foreste. Si dice d'alcuni che la solidità era pesantezza, ma questa ha resistito al tempo, alla barbarie, al guasto della superstizione, e la nostra sveltezza si stritola sotto i nostri occhi al solo urto dei raggi del sole, e al solo colpo della pioggia. Noi fabbrichiamo, come operiamo, e il nostro meglio sono le spoglie degli antichi.