di vari costumi, di varie massime, culti, selvaggi, ignoranti, superstiziosi, liberi, schiavi, felici, infelici, laboriosi, torpidi, indolenti, vivaci, orgogliosi, poltroni, finti, sinceri, ingannati, ingannatori, viziosi, buoni, ecc. ecc. e gli trovo o rei, o miseri, qualche volta mi paiono grandi, ma più spesso sciocchi, e in contradizione con loro stessi. Tutti questi uomini a cosa sono riservati? Perché sono così, e non migliori? Nei disegni di un Ente che può tutto fuori che fare il male, debbo credere che entrar debba l'annientamento di creature che si affannano per l'immortalità, o la infelicità assoluta ed eterna, di spiriti che corrono sempre dietro alla felicità? Una infinita massa di esseri sensibili, che fra gli urti scambievoli si sostengono, e produssero qualche volta delle cose maravigliose è una massa di dannati che hanno da cercar solo qualche ristoro nel maladire chi li trasse dal nulla? Per tenere a freno questa massa non servì alcuna minaccia, non