per la revocazione di quello che i Concili, Roma, il Papa ecc. volle una volta; quello che i Concili, il Papa, Roma volle una volta sarebbe perpetuo, e indissolubile senza il consenso di quelli che non potevano volerlo, stabilirlo, ordinarlo, crearlo, e gli ordini regolari una volta approvati, ed esistenti formalmente o tacitamente per esempio sarebbero legittimi, ed eterni quanto il cristianesimo se tutt'i sovrani fedeli, e infedeli non prestassero la mano per lo scioglimento. Nel nostro caso se il breve aveva l'exequatur a Pietrobourg non lo averebbe avuto a Peckino, non lo averebbe avuto fra quei selvaggi, ove fosse stato uno, o due missionari nel tempo della soppressione dell'Istituto, ed in quelli stabilimenti mancanti di un vescovo, o di un sovrano. Che buffoneria! Vero è che sorgono, e sorgeranno scritti favorevoli agli estinti, ed uno di questi appunto è la Lettera al signor avvocato NN autore delle "Memorie sulla storia del I secolo de' Servi di Maria, e degli Spedalieri di San Giovanni di Dio" non tanto a giustificazione de' Gesuiti della Russia Bianca, quanto in difesa della sovranità dell'augusto Imperatore di tutte le Russie (Firenze) 1783 con approvazione in 8° di pagine 83.