con delle osservabili varietà; due che paiono appartenere agli Agrigentini, ed ai Bruzi, ed una inedita dell'isola di Gozo ch'è adiacente a Malta col dilei nome in greco, il quale determina la vera forma nello scriverlo (Gaulos). Nella nona l'abate Gasparo Oderico genovese già gesuita spiega un triente della famiglia Antessia inedito del museo del padre Benedetti, e coniato verso l'anno 575 di Roma, in cui dice delle buone cose sul peso, e valore dell'asse, delle antiche medaglie di Roma ripetute poi nel t. del Giornale Pisano per illustrare un celebre passo di Plinio, che assegna l'epoche delle variazioni degli assi romani, le quali dovrò io studiare se averò mai tempo di occuparmi nel Gabinetto delle Medaglie, come desidero, di questa materia tuttavia oscura, e intralciata. Ha nel diritto la testa di Minerva, e nel rovescio la mezza barca, ma un uccello, che vedesi sulla nave, di quelli che i Romani dissero "graculi" fa tutto il pregio di questa medaglia, la quale l'Oderici congettura, che alluda al cognome di Gracculo, ch'ebbe un Antestio espresso in altre medaglie, e letto d'altri "Graccus". Questa dissertazione è molto dotta. Del resto si fa sperare che ogni anno si pubblicherà un volume di nuovo di questi Saggi, lo che farà rinascere alla memoria l'esistenza di un'accademia di provincia