o A dì 29 detto giovedì.
Mi pare di diventar vecchio; conto poco sulla mia vita; vedo con ribrezzo vicina la morte. Questi pensieri mi attristano, perché l'avvenire eterno è uno spettacolo terribile, ancora per chi non è timido ascoltatore dei devoti pregiudizi teologici. O l'anima sopravive, o non sopravive. Se non sopravive, una notte eterna, un eterno sonno è qualche cosa di tremendo per chi ha prodotta tutta l'innocente gioia dell'esistenza, ha coltivata l'anima di cognizioni, e di notizie, ha osservato l'universo nei suoi grandi, e magnifici moventi, ha sentita l'immensità, e la perfezione del Creatore. Se sopravive ha da temere, ha da lagrimare sopra i suoi falli. E chi non ne commesse? E se ne commesse, chi ne pesa la gravità, l'enormità? Il possibile di una pena grave è una verità che spaventa. I compensi per placare l'ira divina non contentano