dello stolto, il furbo, il ciarlatano s'inalza, il timido, il debole è calpestato. Si mietono le vite degli uomini, come si miete il fieno dei prati. Il teologo ci danna, il medico ci uccide, il legale ci depaupera, ed il mestiero del legale, del medico, del teologo è nato per il meglio dell'uomo. Il sacerdote ci comanda, il principe ci comanda, la nostra amica ci comanda, il nostro temperamento ci comanda, e tutti sono in contradizione o fra loro, o con la nostra ragione. Sempre inquieti siamo infelici quando gli altri c'invidiano, e ci fabbrichiamo altrettanti mali quanti forse ce ne ha dati la natura. Sempre siamo nel bisogno, perché non ci è spiegato qual sia il vero. O amiamo, o odiamo, o facciamo tutto questo in un medesimo tempo. Non sappiamo né vivere, né morire, il presente ci pesa, il futuro ci attrista, il passato ci rincresce. S'impugnerebbe un ferro per troncar questa vita, ma si crede che centomila vagliano assai meno.