Marzo
Marzo 1782.
• A dì 1° detto venerdì.
Tempo tiepido, e fosco.
Nel mentre che ho appresso di me la Teresa, la quale mi consola con le sue innocenti, e sincere amorevolezze, alcuni incidenti turbano stranamente la mia quiete, e la mia contentezza.
ø A dì 2 detto sabato.
Tempo un poco più sereno, e dolco ma pioggia poi sul tardi della sera.
Il mio stato non mi fa altro, che ripensare a quello, che ho detto altre volte in queste carte, e mi tiene mesto, afflitto, addolorato, inconsolabile. Che miracolo, che non entri malato nel letto! La tenera gratitudine stessa, che trovo nella Teresa, le carezze che gli vedo fare, e ricevere dal presunto suo sposo, mi riempiono l'anima di un patetico, che mi spreme a forza le lagrime, le quali trattengo per non colpirla, nel mentre, che mi ripiomba sul cuore tutta la perfidia del fanatico suo seduttore.