se ingiustamente procurai che a' miei capricci si prestasse l'ordine stabilito dalla tua saviezza, se amando più me, che il giusto, o formando dei canoni di giustizia, e di bontà a mia voglia, confusi assieme i tuoi eterni decreti ingannato dalle massime del secolo, e delle mie passioni. Sì! Dio sommo dei cattolici, degli ebrei, dei maomettani, degl'idolatri,
Dio di Europa, d'Asia, d'Affrica, e di America dammi lumi bastanti per conoscere la tua volontà o venga da Roma, da Parigi, da Costantinopoli, da Filadelfia, e non permetti che m'inganni perché non credo agli uomini, che vagliono quanto me, o stimami sì imbecille da non meritare né la tua collera, né la tua ira.Tempo turbato con pioggia nella sera.
Fine del nono alfabeto.